2006
Il contesto.
Il 2006. E chi se lo ricorda il 2006? YouTube esisteva già, ma da solo due anni e i videoclip che vi si trovavano erano caricati illegalmente. E poi la qualità era bassa, le connessioni lente. Insomma, un’altra epoca. MTV si stava trasformando in una rete generalista, coi suoi reality show d’importazione (chi non si ricorda NEXT!), All Music la prendevano in pochi, mentre sul boquet Sky si trovavano alcuni canali tematici (Rock TV, più quattro-cinque variazioni di MTV fra cui Brand:New dove passava la roba alterantiva). Questo, grossomodo, il contesto distributivo.
Sul piano produttivo, dobbiamo invece ammettere una certa ignoranza. Del resto gli anni della transizione dalla tv a internet sono gli anni più oscuri del videoclip dal punto di vista storiografico. L’interesse accademico era scemato e i quotidiani concedevano ogni tanto un epifattio al medium sulle pagine dedicate agli spettacoli. Ad ogni modo, siamo proprio nel momento di passaggio al digitale anche per quanto concerne le riprese (la Canon 5D è del 2005): con i budget che si restringevano e l’eterna tensione sperimentale che avvolge il videoclip, i promo girati in digitale cominciavano a spopolare.
I vincitori.
Miglior video: Marta Sui Tubi – L’abbandono (Fabio Luongo)
Miglior regia: Amari – Campo Minato (DanXzen)
Miglior soggetto: Julie’s Haircut – Satan Eats Satan (Luca Lumaca)
Miglior fotografia: Blume – Piove Piano (dop: Roberto Galassini)
Miglior Montaggio: Otto Ohm – Domani (montaggio: Gianandrea Tintori)
La cerimonia di premiazione, svoltasi a Faenza il 26 novembre di quell’anno all’interno della decima edizione del MEI, incorona i Marta Sui Tubi e il regista de L’abbandono Fabio Luongo. Vengono distribuiti anche altri quattro premi tecnici, che scompariranno dopo il 2013. Al concorso – riservato a lavori che non superavano i 10mila euro di budget – partecipavano 250 videoclip e la giuria era presieduta da Gaetano Morbioli.
I videoclip.
L’abbandono è un videoclip narrativo, di fantascienza grottesca, che ricorda il più fantasioso cinema delle origini – da Melies in giù – con citazioni da studente del Dams (dove l’avellinese Luongo si è infatti laureato nei primi anni Zero). Lo stile pauperista riverbera l’attitudine musicale indie di quegli anni, così come i rudimentali effetti speciali fanno eco all’intimismo del brano, mentre la storia procede ondivaga, incentrandosi su quattro personaggi (interpretati da alcuni attori disabili della dell’Instabile Compagnia di Bologna) che abitano un piccolo pianeta che vogliono abbandonare con un razzo. Alla fine partono in tre: uno rimane per fare il re di un pianeta spopolato, come si raccontava in un passaggio de Il Piccolo Principe.
Oggi Luongo prosegue la sua attività di regista e autore con la casa di produzione televisiva Stand by Me, fondata da Simona Ercolani.
Ingegnosissimo piano sequenza ad altezza suolo, quello diretto da DanXzen per Campo Minato degli Amari. Un playback in sincro perfetto si alterna a movimenti in reverse e movimenti invece naturali (pure un gatto al guinzaglio!) che lasciano allo spettatore il dubbio: come l’avranno fatto?
DanXzen, al secondo Daniele Zennaro, formatosi con gli skate-video (da cui forse deriva l’ispirazione per l’altezza dell’inquadratura), oggi lavora come regista pubblicatario (soprattutto mercato automobilistico) ed è rappresentato dalla tedesca View-Finder.
L’estetica dei videogiochi a 8 bit era probabilmente la cosa più figa del mondo nel 2006 – e Luca Lumaca probabilmente c’è ancora sotto a giudicare dal suo sito web (che però è fermo al 2016). Attraverso l’ambientazione videoludica il brano strumentale dei Julie’s Haircut scorre via perfettamente, diventando anche televisivamente appettibile. Il protagonista si avventura in tre diversi livelli, schivando i cattivi tra citazioni, critica sociale a buon mercato e discrete dosi di non-sense fino allo scontro finale contro il satanasso del titolo.
Diretto da Isabella Panero, Piove Piano si era assicurato il premio alla miglior fotografia curata da Roberto Galassini. Premio affibbiato forse perché piaceva l’effetto ombre cinesi, forse per il tono blu e malinconico della clip, che è però un’autentica somma di trovate kitsch, sia analogiche che digitali, tra filtri e cornici oggi irricevibili. Colpo finale: il comic sans per i titoli di coda.
Panero ha mollato tutto nel 2015 per diventare Operatrice Olistica e Reiki Master e attualmente vive nella campagna fiorentina con la sua gatta Sofie. Galassini insegna in diversi corsi per operatori di riprese e direttori della fotografia.
Premio al miglior montaggio a Gianandrea Tintori, Domani è un video narrativo-concettuale che poggia su una tecnica di montaggio che riduce il numero di fotogrammi e lavora sulle transizioni fra questi. Se in alcuni momenti l’effetto può dirsi riuscito ed anche affascinante, in altri produce degli scatti piuttosto fastidiosi.
La regista Laura Chiossone si è fatta strada dapprima con il videoclip (lavori con Mondo Marcio, Marracash e il bel Canzone di Natale per Morgan), fino ad arrivare alla pubblicità dove lavora ancora oggi. Ha realizzato anche un film indipendente: Tra cinque minuti in scena.
Tintori ha montato videoclip, corto e lungometraggi, pubblicità. Ha anche diretto il documentario Giorgio Fornoni – Ai confini del mondo.