Visionario, misterioso, epico. Shahmaran è solo l’ultimo degli affascinanti videoclip di Sevdaliza, diretto dal fidato Emmanuel Adjei, qui anche nei panni del protagonista, e scritto dallo stesso assieme a Marleen Özgür. Si tratta di una produzione durata tre anni e che ha ricevuto il supporto di We Transfer.
Al centro dell’opera troviamo l’oppressione delle persone di colore. Dopo l’incipit, infatti troviamo il protagonista in “catene”, costretto a trasportare una nave futuristica nel deserto insieme ad altri schiavi. Come un miraggio, appare Sevdaliza – metà donna e metà serpente, come la mitologica dea iraniana Shahmaran, da cui il titolo della canzone -: l’uomo si libera e comincia un percorso che lo porterà ad incontrare la cantante in una misteriosa stanza in mezzo al nulla stile 2001: Odissea nello Spazio. Qui si trovano le nuove catente dell’uomo nero: auto potenti, armi e donne che simboleggiano l’aspirazione per il successo e il potere.
«La maggior parte dei neri nascono ancora oggi in un ambiente che limita la loro libertà», ha affermato il regista in una nota ripresa da LbbOnline, «attratti dal sogno di avere potere e successo, mantengono una falsa idea di autonomia. Tuttavia – prosegue Adjei – è questa stessa casa della libertà (sic) che ha reso di nuovo schiavi questi uomini».