10. Kendrick Lamar – Element (Jonas Lindstroem, the little homies)
Che dire di Kendrick Lamar? Damn è senza dubbio uno dei dischi dell’anno, l’uscita dei suoi video è sempre un evento. Element è la somma di alcuni lavori precedenti di Jonas Lindstroem (che viene dalla fotografia) e le fotografie di Gordon Parks. Date queste premesse, non deve sorprendere la natura prettamente fotografica del video, dove composizione e angolo dell’inquadratura hanno la prevalenza su altri elementi, tanto che parlare di sequenze o di narrazione ha poco senso. Si tratta di quadri viventi, fotografie animate, vere e proprie schegge di vita che si susseguono come ganci di un pugile. Il risultato? Un prisma di contraddizioni, di contrasti: violenza e bellezza, rinascita e affogamento, rabbia e pace.
9. Oly. – Growing Young (Katarzyna Sawicka)
Fra le rivelazioni dell’anno c’è sicuramente il talento della giovane regista polacca Katarzyna Sawicka (recentemente all’opera anche oltreoceano, in collaborazione con Carlos Lopez Estrada). In Growing Young disvela tutto il suo talento, rappresentando con rara delicatezza una storia di amicizia femminile (ispirata al lavoro della fotografa argentina Alessandra Sanguinetti, The Adventures of Guille and Belinda and the Enigmatic Meaning of their Dreams). Dall’infanzia all’arrivo dell’età adulta, Sawicka esplora tutte le sfumature del rapporto fra le due protagoniste, appoggiandosi sulla recitazione sommessa delle due attrici oppure con lievi tocchi di surrealismo a tinte rurali.
8.Young Thug – Wyclef Jean (Ryan Staake)
Per una volta possiamo usare la parola geniale con cognizione di causa. Il video di Ryan Staake è davvero una grande trovata: Young Thug non si presenta alle riprese, ma per non buttare soldi il regista è costretto a girare scene senza senso. Di qui il guizzo di trasformare quello che sarebbe stato un disastro (o, nella migliore delle ipotesi, un video banalissimo e deteriore) in qualcosa di meta e divertentissimo, che non a caso diventerà virale. Premiato come “Video of the Year” agli Uk Music Video Awards.
7. Radiohead – I Promise (Michal Marczak)
Il livello massimo di nostalgia quest’anno si è raggiunto con la riedizione di Ok Computer. Il ventennale dello storico album dei Radiohead si è portato con sé anche tre inediti, accompagnati da altrettanti video. Tutti i lavori sono lodevoli, ma è I Promise, diretto da Michal Marczak (altro regista polacco) a far rivivere nella maniera perfetta le atmosfere paranoico-malinconiche di quell’album. Un semplice campo-controcampo tra il volto del protagonista e ciò che si vede al di là del finestrino dell’autobus: una sfilata di solitudini, un’umanità disillusa o disperata. Eppure un automa, proprio un automa, è capace di vedere dentro alla sofferenza la bellezza straziante della vita. Il finale, la strada che prosegue, un metro di asfalto dopo l’altro, racchiude il senso del video: si va avanti, anche quando tutto va male, perché la vita continua, «I promise».
6. Bonobo feat. Nick Murphy – No Reason (Oscar Hudson)
Il 2017 è stato l’anno della consacrazione definitiva di Oscar Hudson. Un anno cominciato col botto – l’uscita di No Reason è datata gennaio – e culminato con il premio di miglior regista agli ambiti UkMVa. Il promo realizzato per Bonobo parla anch’esso di solitudine, ispirandosi al fenomeno giapponese degli Hikikomori, ovvero giovani che decidono di ritirarsi dalla vita sociale. Il progressivo isolamento e la chiusura in sé stessi che ne deriva è rappresentato da Hudson grazie ad un brillante effetto speciale realizzato in camera, in modo artigianale e senza l’aiuto di effetti digitali. Una microcamera scorre lentamente in avanti, addentrandosi sempre dentro la stessa stanza, che però si riduce mano a mano di dimensione veicolando ansia e claustrofobia. Nel mentre, i piccoli gesti degli attori e i vari oggetti di vita quotidiana movimentano il video e raccontano sottilmente qualcosa del protagonista. È la “magia” dell’effetto artigianale a conferire al video un tocco quasi magico, un’aurea, potremmo dire, che ne aumenta drasticamente il fascino.