Come si mette in mostra una musica che è «pure sex», per usare le parole del regista Jack Bowden? La risposta è semplice: bianco e nero, tempo che si rallenta e si deforma, estrema prossimità della camera ai corpi.
«Quando ho ascoltato per la prima volta Erode, mi ha colpito come se si trattasse di puro sesso», afferma Bowden, «il battito lento, che si fa più veloce lungo un climax ascendente, altre sezioni più intense hanno formato nella mie mente l’immagine di un liquido nero simile al catrame. Parallelamente alle scene di intimità, questo crea delle onde violente nei momenti più forti, mentre torna ad increspature più dolci nei momenti di tenerezza».
«I Tender hanno raffigurato una forma di isolamento intimo e misterioso in Erode. Non è un isolamento fra amanti, ma fra loro e la civilizzazione. Il video, naturale e semplice, necessitava di una qualche grande rivelazione, e quale miglior modo che collegare quell’isolamento alla metafora del sesso? Negli ultimi secondi della canzone, ho pensato ad un movimento indietro della camera, che ci mostrasse i due galleggiare in un vasto oceano fatto del loro stesso sesso (il liquido nero), lontano dal resto del mondo».