Marco Masini – Spostato di un secondo (Dir. Mario Russo)
Russo si sforza e concepisce un video narrativo che oserei definire complesso per gli standard nazionali. Certo è un Sliding Doors (spostato di un secondo, no?) versione “criminale”, dove la sospensione dell’incredulità è più volte messa alla prova tra sequenze non esattamente riuscite e personaggi stereotipati. Per non parlare della performance dove Masini hipster cancella le lyrics che scrive sul diario.
Nesli feat. Alice Paba – Do retta a te (Dir. Luca Tartaglia)
Altro video performance innocuo. Tartaglia si ferma a metà strada tra i drammoni (la vasca, il trucco che cola ecc.) e l’intesa da commedia romantica (i buffetti, i sorrisetti in camera ecc.). La sensazione è che imboccare la seconda strada avrebbe giovato al video.
Al Bano – Di rose e di spine (Dir. Gianni De Blasi)
Al Bano chiama, il melodramma risponde: et voilà un grande amore di gioventù stroncato dall’emigrazione meridionale verso nord. Peccato che De Blasi si perda un po’ nel finale con alcune cadute di stile – tutta la parte col tizio brizzolato sembra comica, di una comicità involontaria ovviamente -, ma tutto sommato è molto meglio di quanto era lecito aspettarsi.
Gigi D’Alessio – La prima stella (Anonimo)
Non sono riuscito a trovare da nessuna parte i credits del video, per cui non so chi l’ha diretto. L’idea di partenza comunque è giusta: cosa vuoi fare per un pezzo del genere? Metti il cantautore al piano a coda, controluce d’antan e via. Peccato Per i tagli in cui D’Alessio scrive il testo, che rischiano di rovinare tutto.
Michele Zarrillo e Ron non hanno ancora pubblicato il loro video, non so nemmeno se Zarrillo lo farà mai, mentre Ron si è affidato a Morbioli (tanto per non sbagliarsi). Quindi sì, abbiamo finito. Deo gratias.
Conclusioni? La povertà di mezzi – e di tempi: la maggior parte dei video sono girati in mezza giornata – va a braccetto con la mancanza di slancio, l’assenza di idee e di coraggio. Dove finiscano i limiti produttivi e dove comincino i difetti dei registi nostrani è difficile dirlo. Ad ogni modo, osserviamo tristimente come non ci sia poi una gran differenza tra il video di un emergente e quello di un mostro sacro. Certo, ci sono alcune giovani leve in grado di non sbavare e offrire un look glamour e al passo coi tempi, ma la medietà al ribasso tipica di Sanremo si rispecchia perfettamente in questi video.